Rendicontazione ESG: il Parlamento europeo respinge il compromesso sul pacchetto Omnibus I
05.11.2025
Il Parlamento europeo ha respinto in plenaria il compromesso sul pacchetto legislativo Omnibus I, il primo dei due interventi proposti per semplificare le normative UE in materia di sostenibilità aziendale.
Nonostante l’approvazione da parte della Commissione giuridica, il testo non ha ottenuto il consenso dell’Aula: 318 voti contrari, 309 favorevoli e 34 astensioni.
Il pacchetto Omnibus I mirava a ridurre gli oneri burocratici per le imprese, intervenendo su due direttive fondamentali:
- CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)
- CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive)
Le principali modifiche proposte includevano:
- CSRD: applicazione limitata alle imprese con oltre 1.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato, con una riduzione stimata dell’80% del numero di aziende soggette agli obblighi di rendicontazione.
- CSDDD: innalzamento della soglia a 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato, con una frequenza di due diligence ridotta (da annuale a quinquennale).
- PMI: introduzione di standard volontari elaborati da EFRAG per le piccole e medie imprese escluse dagli obblighi.
- CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism): previste esenzioni per i piccoli importatori, con benefici stimati per circa 182.000 operatori.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha annunciato che il testo sarà ripresentato nella mini-plenaria di novembre a Bruxelles.
Il rinvio apre una fase di incertezza per le imprese europee, che attendevano con interesse le semplificazioni promesse. La Commissione europea ha stimato un risparmio di oltre 6 miliardi di euro all’anno in costi amministrativi grazie al pacchetto Omnibus.
Il dibattito sul pacchetto Omnibus I evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra ambizione normativa e sostenibilità operativa per le imprese. La prossima discussione in mini-plenaria sarà cruciale per definire un quadro regolatorio più snello, ma comunque efficace, in grado di sostenere la transizione verde senza compromettere la competitività del tessuto produttivo europeo.
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